Bilinguisme – Alma & Georges /alma-georges Le magazine web de l'Université de Fribourg Thu, 17 Nov 2022 10:58:04 +0000 fr-FR hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.3.5 «Le métier de ma maman est trop traumatisant!» /alma-georges/articles/2022/le-metier-de-ma-maman-est-trop-traumatisant /alma-georges/articles/2022/le-metier-de-ma-maman-est-trop-traumatisant#respond Thu, 17 Nov 2022 10:57:50 +0000 /alma-georges?p=16787 Quelle richesse que de découvrir le métier de son papa ou de sa maman! Cette année encore, la Journée Futur en tous genres a permis à une cinquantaine d’enfants de découvrir le quotidien de l’un de ses parents. Mais rien ne garantit qu’ils suivront un jour leur exemple!

A voir comme Violette, Hugo, Dominik, Daniella et leurs camarades papillonnent entre les sculptures millénaires du Musée Bible+Orient et leur atelier de dessin, difficile de croire qu’elles et ils fréquentent les couloirs de notre Université depuis plusieurs heures déjà! Plus tôt, ces élèves de 7H ont découvert les grosses rotatives d’Uniprint, le Service d’impression de l’Université. «Il y a une machine capable d’imprimer des livres de 900 pages», s’extasie Dario, 11 ans aujourd’hui même! Avec son copain Aïdan, ils participent à la Journée Futur en tous genres. Peu de chances toutefois qu’ils suivent la voie de leur mère. Le premier se verrait bien commentateur sportif, alors que sa mère (dont le nom est connu de la rédaction) travaille au Service des relations internationales, tandis que le second rêve de devenir joueur de hockey ou, s’il ne devait pas y parvenir, faire comme son père, travailler dans le domaine du soutien aux sportifs·ves.

Daniella, de son côté, a décidé de ne pas passer la journée avec sa maman qui travaille dans un EMS. «Son travail est trop traumatisant, nous confie-t-elle, moi, je voudrais plutôt devenir gynécologue ou psychologue!» Dans un coin de la salle, appliquée à dessiner un chien, Violette, elle, a du mérite: elle s’est levée aux aurores pour venir de Genève jusqu’à Fribourg, où sa maman enseigne. Sa professeure de mère devra d’ailleurs se surpasser si elle souhaite que sa fille marche dans ses traces. «Je ne ne veux pas faire le job de ma maman. Non, je veux être égyptologue!» La cause semble entendue, mais tout espoir n’est pas perdu. A 10 ans, on peut encore changer d’avis!

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  • Cette journée a également été placée sous l’égide du festival
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«Gli studenti si sentono un po’ in imbarazzo, ma è una cosa normale che ciò accada» /alma-georges/articles/2020/gli-studenti-si-sentono-un-po-in-imbarazzo-ma-e-una-cosa-normale-che-cio-accada /alma-georges/articles/2020/gli-studenti-si-sentono-un-po-in-imbarazzo-ma-e-una-cosa-normale-che-cio-accada#respond Fri, 24 Apr 2020 07:10:28 +0000 https://www3.unifr.ch/alma-georges?p=10857 Gaetano Geraci, sorvegliante alla Bibliothèque des langues étrangères et du plurilinguisme (BLE), ci parla del suo lavoro quotidiano.

Mi chiamo Gaetano Geraci e lavoro come sorvegliante alla biblioteca delle lingue straniere e centro d’autoapprendimento di lingue dell’Università di Friburgo. La nostra biblioteca si trova nella sede distaccata di Criblet (Rue de Criblet 13) e offre spazi per lavorare e studiare ma anche computer da utilizzare per l’apprendimento delle lingue. Abbiamo inoltre a disposizione due stanze che possono essere riservate per poter fare tandem, interviste per lavori scritti o esercizi di pronuncia. La nostra biblioteca è divisa in tre sezioni: la prima sala contiene i metodi di lingua per il tedesco, il francese, l’italiano, l’inglese e altre lingue straniere non insegnate al centro di lingue dell’università; la seconda sezione è la mediateca dove sono presenti manuali di autoapprendimento per più di 80 lingue diverse, vocabolari e enciclopedie da poter utilizzare come supporti di studio e 4 computer con annesse cuffie per poter effettuare gli esercizi di ascolto; la terza sezione presenta dei libri negli ambiti del linguistica e didattica delle lingue. Nella parte centrale della biblioteca sono presenti delle riviste specifiche alle varie lingue per l’insegnamento e la civiltà. Durante le ore di apertura (lunedì al venerdì dalle 09h00 alle 18h00), un sorvegliante è sempre disponibile all’accoglienza e aiuto degli studenti. Nella biblioteca lavorano anche i miei responsabili Anela e Moritz, Sandra e Katia, responsabile del centro d’autoapprendimento, che tre giorni a settimana effettua dei colloqui con gli studenti che vogliono intraprendere un percorso d’autoapprendimento di una lingua.

Il mio lavoro quotidiano
La mia postazione di lavoro si trova al centro della biblioteca. Di fronte a me ho l’entrata e quindi posso sempre controllare se qualcuno entra nella biblioteca. A destra c’è un corridoio che porta alla sala dei libri di linguistica e didattica delle lingue. Sulla mia sinistra c’è una porta che porta all’ufficio della mia responsabile Anela.

La maggior parte del mio lavoro si basa sul trattamento dei libri che saranno poi messi a disposizione dagli studenti. Una volta registrati sul nostro database, i libri vengono etichettati. La cosa particolare è che scriviamo le etichette utilizzando una penna stilografica e uno stencil. Rispetto le altre biblioteche universitarie, siamo ancora la sola che utilizza questo metodo per etichettare i libri. Bisogna stare molto attenti nello scrivere l’etichetta senza muovere lo stencil e non forzare la penna per evitare che esca troppo inchiostro. Una volta scritte le etichette, esse vengono incollate utilizzando una colla speciale sul dorso del libro, facendo attenzione che esse non superino la cerniera. Dopo la parte dell’etichettatura, spesso controlliamo se possiamo mettere a disposizione del materiale supplementare per gli studenti, ad esempio esercizi, file audio, guide dell’insegnante etc. Per fare ciò, scarichiamo tutto il materiale e lo masterizziamo sui dei CD o DVD che vengono poi allegati al libro.

Un libro particolare della nostra biblioteca
Nel centro di autoapprendimento delle lingue, si trova una sezione dedicata all’apprendimento dello svizzero tedesco, con oltre dieci libri messi a disposizione per gli studenti. Tutti sanno che lo svizzero tedesco può essere considerato come una lingua a parte, quindi trovo molto utile il fatto che vi sia una sezione dedicata, con libri che spiegano la grammatica e il vocabolario specifico. Addirittura, alcuni libri sono specifici per un solo dialetto (per esempio il Bärndütsch o lo Züridütsch) mentre altri si concentrano in maniera generale sui vari dialetti, mettendo in evidenza le varie differenze che intercorrono fra essi.


Un libro a me speciale
Ogni volta che rimetto al suo posto il libro ‘Réussir le DALF C1/C2’, mi viene in mente quando frequentavo il liceo in Italia e stavo utilizzando proprio questo libro per potermi preparare all’esame di francese DALF C1. Avevo 19 anni e avevo deciso di intraprendere il mio percorso universitario in Svizzera alla fine della maturità. Per me è sempre un’occasione per pensare a come ero allora e a come sono oggi, a quante cose sono cambiate e quante persone sono entrate e uscite dalla mia vita. Cambiare completamente di ambiente è stata dura però ad oggi sono fiero di aver fatto questa scelta.

Un piccolo aneddoto del mio lavoro quotidiano
Nella nostra biblioteca, non è consentito entrare né con gli zaini o borse né con le giacche. Quindi, ogni volta che uno studente vuole restare in biblioteca per studiare, deve chiedere una chiave d’armadietto per poter sistemare i propri effetti personali. Spesso capita che, al momento di lasciare la biblioteca, gli studenti mi restituiscono la chiave senza aver prima preso ciò che hanno lasciato nell’armadietto. Quindi ogni volta devo ricordare loro di andare prima a liberare l’armadietto e poi restituirmi la chiave. È sempre divertente perché lo studente si sente un po’ in imbarazzo, ma è una cosa normale che ciò accada e … sicuramente la prossima volta non accadrà più!

Una biblioteca personale
Noi sorveglianti siamo sempre disponibili all’aiuto degli studenti. Se qualcuno viene per la prima volta nella nostra biblioteca, ci offriamo di fare volentieri un giro dei locali insieme per dare tutte le spiegazioni e mostrare la nostra offerta didattica. Spesso facciamo delle ricerche personalizzate utilizzando il nostro database interno o il sito RERO Fribourg, in modo che lo studente ottenga più materiale possibile per poter imparare una lingua o scrivere un lavoro da consegnare. Se qualcuno ha poi domande o dubbi sul funzionamento dei supporti informatici o del sito RERO Fribourg, lo aiutiamo volentieri cercando di rispondere alle varie domande. È sempre molto soddisfacente vedere gli studenti contenti del servizio che offriamo e per noi è sempre un piacere poterli aiutare.

Una squadra dinamica
Attualmente in biblioteca lavorano sette sorveglianti provenienti da quattro paesi diversi e con vari percorsi di studio in corso. Io, ad esempio, sto facendo una tesi di Master in chimica, ma c’è chi studia filosofia, storia, inglese, insegnamento alle scuole medie etc. Siamo una squadra ben amalgamata e cerchiamo sempre di essere super organizzati nel nostro lavoro per poter offrire il miglior servizio possibile agli studenti.

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  • della Bibliothèque des langues étrangères et du plurilinguisme (BLE)
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Ca va di Tag à la Journée du bilinguisme? /alma-georges/articles/2019/ca-va-di-tag-nous-etions-a-la-journee-du-bilinguisme /alma-georges/articles/2019/ca-va-di-tag-nous-etions-a-la-journee-du-bilinguisme#respond Mon, 23 Sep 2019 10:15:31 +0000 https://www3.unifr.ch/alma-georges?p=9323 De gueu, c’est chouette Fribourg sous le soleil! Salut biscuit, il y avait du monde dans la Rue de Romont, ce samedi 21 septembre à l’occasion du Rendez-vous bilingue. L’Université de Fribourg a participé à cette édition 2019 avec un stand qui promouvait le bilinguisme comme une clé pour l’avenir. Une magnifique occasion d’échanger avec les passant·e·s au-delà de toutes barrières de langues, dialectes et autres bolzes…

Le stand de l’Unifr proposait des activités pour petits et grands. Un premier jeu invitait à dépasser les clichés qui se cristallisent parfois autour du bilinguisme. La maîtrise de plusieurs langues est une clé pour l’avenir: les passant·e·s ne nous ont pas contredits. Autour de notre porte du bilinguisme, résonnaient non seulement le français et l’allemand, mais aussi le macédonien, le portugais, l’arabe et le tibétain. Et pendant que les parents barjaquaient, les Luuszapfä étaient invités à fabriquer un porte-clé illustré d’une expression en français, patois, senslerdütsch ou en encore bolze.

L’Institut du plurilinguisme proposait quant à lui de tester ses connaissances linguistiques et de participer à des cours flash de Bolze, romanche, japonais, suédois, portugais, schwiizertüütsch ou même de… langue des oiseaux. Une immersion à la fois drôle et passionnante.

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  • de la Journée du bilinguisme à l’Unifr
  • du Rendez-vous bilingue
  • Photos: , Farida Khali et Rocio Thiémard,
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Willkommen im Dschungel! /alma-georges/articles/2018/willkommen-im-dschungel /alma-georges/articles/2018/willkommen-im-dschungel#respond Thu, 26 Apr 2018 12:12:33 +0000 https://www3.unifr.ch/alma-georges?p=6313 Am Freitag und Samstag steigt das Fri-Air-Festival. Ein kurzes Gespräch zwischen Kabeln, Kartons und Kokosnüssen.

Hallo, wer bist du und was machst du hier?
Hallo, ich bin Delia und ich wohne und arbeite im Centre Fries, dem Kulturzentrum der Uni Fribourg. Wir sind ein Team von sechs Leuten und machen Programm für die Studierenden. Im Fries gibt es jeden Dienstag ein Essen für etwa 70 Leute, es gibt Filmabende, Konzerte und in wenigen Tagen unser grösstes Event, das Fri-Air-Festival.

Im Moment herrscht hier das grosse kreative Durcheinander. Wie läufts mit den Vorbereitungen?
Im Moment sind wir daran, alles richtig zu verkabeln. Ausserdem dekorieren wir das ganze Haus – und ums Haus herum. Das diesjährige Thema ist ja «Jungle» und das gibt mega viel her! Seit Wochen malt Jessi den Bauwagen neu an und als Nächstes will ich im Trepenhaus noch einen Lautsprecher aufhängen, damit es auch nach Dschungel klingt. Mit Sounds von Affen und Papageien. Ab morgen stellen wir dann noch die Bühnen auf. Es gibt viel zu tun, aber es macht riesigen Spass.

Worauf freust du dich denn am meisten?
Ich bin für die Technik zuständig und darum freue ich mich enorm auf die Konzerte. Wir haben eine grosse und eine kleine Bühne. Es treten lokale Bands auf, aber auch solche von auswärts: «Street Lemon», «Malaka Hostel», «Babel’s», «Les Fils du Facteur», «Papaya Fuzz» und viele mehr. Da ist von Chanson über Rock, Punk und Ska für jeden etwas dabei.
Das Festival startet am Freitag mit Theater von «Les arcanes de son âme». Dann kommen die Bands und nach Mitternacht legen DJs auf und am Samstag geht es um 17 Uhr weiter. Daneben gibt es Bars mit verschiedensten Drinks und bières artinsanales. Und zudem Essensstände von Organisationen, die uns sympathisch sind: «La Red», die arbeiten mit Flüchtlingen, «Tarpuy Pérou», ein Projekt das Geld für Hilfe in Peru sammelt und ein «Pizzaioli» – gute Freunde von uns.
Aber das coolste ist einfach die Atmosphäre. Das Fri-Air ist ein ganz kleines Festival. Die Stimmung ist grossartig und es hat überall kleine Ecken und Sofas, um es gemütlich zu haben.

Und Probleme mit den Nachbarn gab’s noch nie?
Nein, die Nachbarn laden wir einfach ein. Aber letztes Jahr wurde der Haupt-Act nicht reingelassen, weil er nicht auf der Liste stand (lacht).

Was muss die Welt sonst noch wissen?
Kommt alle ans Fri-Air am 27. und 28. April im Centre Fries!

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Weitere Informationen:

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Même le soleil était bilingue /alma-georges/articles/2017/meme-le-soleil-etait-bilingue /alma-georges/articles/2017/meme-le-soleil-etait-bilingue#respond Mon, 25 Sep 2017 19:01:26 +0000 https://www3.unifr.ch/alma-georges?p=4957 Le soleil – die Sonne, voilà les premières tuiles que les enfants auraient pu dessiner sur le jeu de memory bilingue proposé par l’Unifr, à l’occasion du Rendez-vous bilingue. Une magnifique journée festive, presque estivale, pour échanger non seulement en français, en allemand, mais aussi en anglais ou en turc!

Pendant que le jeune public partait à la cueillette de mots en français et en allemand dans la forêt bilingue, puis fabriquait avec application un memory, les adultes pouvaient évaluer leur niveau de bilinguisme. La Professeure Anita Thomas de l’Institut du plurilinguisme proposait également une mini-conférence sur les défis que représente la volonté de devenir bilingue à l’âge adulte. Quelques impressions en images.

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  • Le sur Facebook
  • de l’Université de Fribourg
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«Wichtig war, dass man Fehler machen durfte» /alma-georges/articles/2017/wichtig-war-dass-man-fehler-machen-durfte /alma-georges/articles/2017/wichtig-war-dass-man-fehler-machen-durfte#respond Thu, 31 Aug 2017 05:18:13 +0000 https://www3.unifr.ch/alma-georges?p=4658 Die Universität Freiburg bietet Französischkurse an. Nur: was bringen diese überhaupt? Ein paar Fragen an eine, die es wissen muss.

Laurène Zelus, warum besucht jemand mit Ihrem Namen überhaupt einen Französischkurs?
Mein Vater ist zwar Franzose, aber leider hat er meistens Deutsch mit uns gesprochen. Ich bin in Deutschland aufgewachsen und habe Französisch in der Schule dann als Leistungskurs belegt – aber es blieb eben ein Schulfranzösisch. Mir fehlte die Sprachpraxis. Nach einigen Monaten als Au Pair in Bordeaux wurde ich etwas besser, trotzdem war mein Französisch alles andere als fliessend, als ich mich für ein Studium in Fribourg entschied.

Also haben Sie sich für einen Kurs entschieden.
Genau. Da mussten wir uns zuerst selbst einschätzen und dann noch einen Test machen. So wurden wir den passenden Gruppen zugeteilt. Die Klassen waren ziemlich klein, so 15 bis 20 Leute und international ziemlich durchmischt. Ich habe im Kurs einige tolle Leute kennengelernt, die Atmosphäre war super und ausserdem war unsere Lektorin sehr cool und hat einen tollen Unterricht gemacht.

Und woraus bestand dieser Unterricht?
Der Schwerpunkt meines Kurses hiess «parler et écrire», also haben wir viel diskutiert und hatten echt spannende Gespräche. Wir haben auch Vorträge gehalten, die Grammatik angeschaut, Verben konjungiert – das ganze Programm. Manchmal haben wir auch Filme geschaut. Wichtig war, dass man Fehler machen durfte, niemand wurde deswegen ausgelacht oder schräg angesehen. Am Ende gab es dann noch eine kleine Prüfung und schon war man um eine Erfahrung und 3 ETCS-Punkte reicher.

Was hat Ihnen der Kurs rückblickend gebracht?
Das ist gar nicht so leicht zu sagen. Ich denke ich bin sicherer geworden. Ich bin wieder mehr in der Sprache drin und muss nicht mehr so lange überlegen, wenn es um bestimmte Zeiten oder Verbformen geht. Ausserdem hat der Kurs auch einfach Spass gemacht.

Dann darf ich schreiben, dass Sie ihn weiterempfehlen würden?
Auf jeden Fall.

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  • Das Sprachenzentrum bietet für Studierende und Mitarbeitende der Universität Kurse in Deutsch, Französisch, Italienisch und Englisch. Es bietet zudem Unterstützung für autonomes Lernen und vermittelt Sprachtandems. Im Zentrum integriert sind ein Prüfungszentrum des Goetehe-Instituts und eines für den «Test de connaissance du français» (TCF). Weitere Informationen über Kursangebot, Inhalte, Zeiten, Räume und Einstufungstests finden sich auf der des Sprachenzentrums.
  • Titelbild: Symbolbild.

 

 

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«Sprachen schaffen Verbindungen» /alma-georges/articles/2017/sprachen-schaffen-verbindungen /alma-georges/articles/2017/sprachen-schaffen-verbindungen#respond Wed, 12 Jul 2017 13:14:02 +0000 https://www3.unifr.ch/alma-georges?p=4535 Fünf Tage, 800 Präsentationen, 1600 Gäste: Die internationale Deutschlehrerinnen- und Deutschlehrer-Tagung (IDT) ist ein Grossanlass. In diesem Jahr findet sie an der Universität Freiburg statt. Grund für ein paar Fragen an Professor Thomas Studer, den Präsidenten des Organisationsteams.

Herr Studer, Was ist die IDT und warum findet die Tagung in diesem Jahr ausgerechnet in Freiburg statt?
Die IDT ist die internationale Tagung der Deutschlehrerinnen und Deutschlehrer. Sie findet alle vier Jahre statt und ist der wichtigste Anlass des Internationalen Deutschlehrerinnen- und Deutschlehrerverbandes (IDV). Dieser vertritt die Interessen von etwa 250‘000 Deutschlehrerinnen und Deutschlehrern in über 100 Ländern auf fünf Kontinenten. Die Tagung bietet Sprach- und Fachlehrpersonen, Studierenden, aber auch Akteuren von Mittlerorganisationen und aus der Bildungspolitik Gelegenheit, den Forschungsstand in Deutsch als Fremd- und Zweitsprache (DaF/DaZ) zu sichten und zu diskutieren, Innovationen zu lancieren, disziplinäre Fragen zu erörtern, das Networking zu stärken und sprach(en)politische Positionen zu erarbeiten. Nebst dem Fachprogramm wartet die IDT 2017 mit einem attraktiven Rahmenprogramm mit Ausflügen und Begegnungen mit Schweizer Kulturschaffenden auf. Kurz: die IDT ist eine Fach- und Begegnungstagung.

Nach 1986 und 2001 findet die IDT nun zum dritten Mal in der Schweiz statt. Wir freuen uns und sind auch ein bisschen stolz, diesen Grossanlass nach Freiburg geholt zu haben. Damit wollen wir auch zeigen: Hey, die Schweiz gehört auch zu den deutschsprachigen Ländern, Deutsch besteht hier nicht nur aus einer Vielzahl schwer verständlicher Dialekte, sondern umfasst mit dem Schweizerhochdeutschen auch eine Standardvarietät. Und diese ist nicht einfach nur «herzig», sondern funktioniert ebenso gut wie die Standardvarietäten Deutschlands und Österreichs, sei es in der Kommunikation mit Anderssprachigen, sei es in der Sprachlehre oder sei es als Wissenschaftssprache. Und was in der Schweiz an Arbeit für DaF /DaZ geleistet wird, ist gerade aufgrund des genuin schweizerischen Bezugs zur Mehrsprachigkeit durchaus international von Belang. Das gilt z.B. für schulische Sprachencurricula genauso wie für politische, etwa kantonale Sprachenkonzepte.

Warum Freiburg? Freiburg ist die einzige Schweizer Universität mit einem Lehrstuhl für DaF/DaZ – was im Übrigen gerade heute schwer nachvollziehbar ist, wenn man sich die Bedeutung von Deutsch als einer Sprache der Integration vor Augen führt. Von daher wird von Freiburg erwartet, dass es eine Leader-Position für das Fach einnimmt, ausübt, aber auch verantwortet. Ein zweiter Grund hat mit dem Motto der IDT 2017 zu tun: «Brücken gestalten – mit Deutsch verbinden». Das passt in doppelter Weise zu Freiburg, wörtlich durch die vielen historischen und modernen Brücken, vor allem aber auch im übertragenen Sinn: Die alltägliche Zweisprachigkeit der Stadt, das Mit- und manchmal auch Gegeneinander von Deutsch und Französisch zeigt: Sprachen schaffen Verbindungen zwischen Menschen und Kulturen. Deshalb lohnt es sich immer, in das Sprachenlehren und -lernen zu investieren. Umgekehrt werden Sprachen auch oft genug instrumentalisiert und stehen dann für Ab- und Ausgrenzung, was es kritisch zu reflektieren und zu benennen gilt.

Was haben eine Deutschlehrerin aus Kamerun und ein Deutschlehrer aus Düdingen miteinander zu besprechen?
Hmh; nehmen wir mal an, die Kamerunerin und der Düdinger treffen sich beim Video-Loop. Das ist eine neue Einrichtung auf der Freiburger IDT, bei der sich Tagungsteilnehmende beim Erzählen besonderer Spracherwerbserlebnisse mit Deutsch filmen lassen können. Die Filme werden dann anderen Teilnehmenden in einer Schlaufe zugänglich gemacht: Was hat Lernende zum Deutschlernen besonders motiviert? Wann hat es Klick gemacht? Was hat einen Flow ausgelöst? Markante Einschnitte in der Sprachlernbiographie im Sinne von persönlichen Brückenschlägen mit Deutsch sind spannende, wechselseitige Denk- und Diskussionsanstösse, für die Kamerunerin und den Düdinger, was auch immer ihre Funktionen in den Arbeitsfeldern von DaF und DaZ sind.

Oder nehmen wir an, unsere beiden Teilnehmenden begegnen sich bei der gemeinsamen Sektionsarbeit. Thema könnte z.B. die mündliche Fehlerkorrektur sein. Die neueren wissenschaftlichen Befunde, die es dazu gibt, sind das eine. Wie diese kontextspezifisch umgesetzt werden sollen, ist das andere. Und hier kann es zwischen der Kamerunerin und dem Düdinger zu einem fruchtbaren Austausch über ihre sehr verschiedenen Erfahrungen kommen: Die Kamerunerin hat vielleicht Erfahrung im Grossgruppenunterricht, der Düdinger kennt sich in der Arbeit mit kleinen Gruppen gut aus. Mündliche Fehlerkorrektur sieht in diesen beiden Unterrichtsformen sehr verschieden aus. Diese Konfrontation wissenschaftlicher Befunde mit ganz verschiedenen Unterrichtsrealitäten kann beiden Lehrpersonen helfen, ihr Bewusstsein für kontextuelle Faktoren zu schärfen, die für das Gelingen des Sprachunterrichts entscheidend sein können.

Was erhoffen Sie sich von der Tagung?
Diese Liste ist lang, aber drei Punkte haben besondere Priorität: Zunächst einmal hoffe ich, dass nicht etwas Grobes passiert, was wir nicht oder falsch antizipiert hätten. Und ich hoffe auch, dass wir finanziell über die Runden kommen. Das Budget war lange Zeit tief rot, jetzt sind wir bei einer schwarzen Null. Angesichts des mehrjährigen, riesigen Aufwandes mit einem enormen Volumen an Gratisarbeit wäre es nicht einfach hinzunehmen, wenn dunkle Wolken dieser Art über der Tagung hängen blieben.

Inhaltlich erhoffe ich mir, dass der Spagat zwischen Innovation und Tradition gelingt, den wir mit der IDT 2017 wagen. Innovativ ist z.B. der «politische Montag». Das ist der erste Kongresstag, der ganz den sprach-, bildungs- und fachpolitischen Dimensionen von DaF und DaZ gewidmet ist. Diese Diskussionen wurden bislang kaum geführt, obwohl sie auf die Lehr- und Lernpraxis einen erheblichen Einfluss haben.

Drittens schliesslich wünsche ich mir, dass die Teilnehmenden ein aktuelles, authentisches Bild der Schweiz in sprachlicher und kultureller Hinsicht mitnehmen. Sowie natürlich differenzierte Eindrücke von der Stadt Freiburg!

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  • Homepage von
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Bilinguisme: stop à l’angélisme /alma-georges/articles/2016/bilinguisme-stop-a-langelisme /alma-georges/articles/2016/bilinguisme-stop-a-langelisme#comments Mon, 19 Sep 2016 11:16:46 +0000 http://www3.unifr.ch/alma-georges/?p=2868 Pour Raphael Berthele, directeur de l’Institut du plurilinguisme, notre société a développé une vision unilatérale et idéalisée du bilinguisme qui finit par lui nuire. Le spécialiste en débattra lors du prochain Café scientifique, le mercredi 21 septembre.

Raphael Berthele, à force de débats, vous avez l’impression que la notion de bilinguisme est aujourd’hui biaisée…
Le problème, c’est qu’on a développé une vision naïve du bilinguisme: une personne parfaitement compétente dans deux langues, c’est très rare. Les politiques éducationnelles cherchent à atteindre cet espèce de stéréotype idéal, alors qu’en réalité, le bilinguisme se vit de manière extrêmement dynamique et déséquilibrée. Nous développons nos compétences là où nous en avons besoin. S’il vous est nécessaire de comprendre l’allemand, mais jamais de l’écrire, vous développerez la compréhension, mais pas nécessairement l’écrit. Cela peut sembler banal, mais c’est la réalité.

Et cette vision fausse le débat…
D’abord, cette notion stéréotypée du bilinguisme place le standard trop haut, c’est pourquoi une politique du bilinguisme qui a pour but d’atteindre la perfection ne peut être qu’un échec. Ensuite, on a toujours tendance à attacher des valeurs très fortes – positives ou négatives – à tout ce qui relève du linguistique. De ce fait, les débats sont extrêmement normatifs. A Fribourg, par exemple, soit on a peur du bilinguisme, parce qu’on craint de se faire germaniser, soit on estime que le bilinguisme est l’ultime objectif de toute bonne éducation scolaire ou de toute politique linguistique. Dans les deux cas, je pense qu’on passe à côté de la réalité.

On affirme pourtant même que le bilinguisme est bon pour le cerveau. Vous n’êtes pas d’accord?
Certaines études le montrent et d’autres pas. Toute activité cognitive intéressante est bonne pour le cerveau: faire du sport, de la musique, lire beaucoup… Alors, évidemment, si vous utilisez vos langues dans un contexte complexe, bien sûr que ce sera bon pour votre cerveau! Mais cela aussi, c’est une banalité, n’est-ce pas? On a tellement tendance à glorifier ce bilinguisme qu’on lui accorde toutes sortes de valeurs ajoutées. On affirme, par exemple, que parler deux langues est excellent pour la carrière… Pourtant, la Ville de Bienne, réputée pour sa politique exemplaire en faveur du bilinguisme, présente le plus haut taux d’assistés sociaux de Suisse.

D’où vient alors cette vision si tranchée?
Cette célébration, à mon avis exagérée, découle en droite ligne de la polémique qui régnait dans les années 1970-1980, lorsque le bilinguisme était perçu par certains comme une sorte d’aberration cognitive. On considérait alors quasiment les bilingues comme des handicapés. Aujourd’hui, nous avons complètement basculé de l’autre côté. Mais cette idéologisation de tout ce qui touche aux langues, nous empêche aussi de prendre suffisamment de recul par rapport au débat.

Quels devraient être alors les vrais enjeux du débat?
Le rôle du chercheur est probablement de montrer que certains présupposés que nous admettons sans réfléchir sont, en fait, problématiques. Par exemple, l’idée que partager une langue crée la cohésion sociale est une vision réductrice du lien créé par le langage. Bien sûr, parler la même langue facilite l’interaction, mais cela va-t-il automatiquement créer beaucoup de cohésion dans un groupe? On sait que ce n’est pas le cas. Partager une langue – pensez à la relation entre Tessinois et Italiens ou entre Suisses-allemands et Allemands – entraîne aussi souvent la volonté de se démarquer. La théorie selon laquelle parler la même langue crée un lien étroit découle, en fait, de l’idéologie nationaliste. A mon avis, on surestime le rôle de la langue. Ce n’est pas elle qui vous façonne, mais vous qui l’utilisez comme un outil pour créer quelque chose. Donc si vous appartenez à un réseau social ou professionnel qui nécessite la maîtrise d’une langue particulière, quelle qu’elle soit, vous développerez cette maîtrise, selon vos facultés. Combien d’entre nous n’ont rien retiré de l’apprentissage d’une deuxième langue durant leur scolarité, mais l’ont apprise en quelque mois à l’armée ou à l’occasion de leur apprentissage. Encore une fois, c’est dans un contexte naturel que les compétences se développeront selon les besoins.

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Revue de presse – août 2016 /alma-georges/articles/2016/revue-de-presse-aout-2016 /alma-georges/articles/2016/revue-de-presse-aout-2016#respond Tue, 13 Sep 2016 07:41:52 +0000 http://www3.unifr.ch/alma-georges/?p=2809 Même au mois d’août, les collaborateurs de l’Unifr parlent dans la presse.

«Que l’on s’en émeuve ou pas, cette disparition progressive et programmée du français à l’Université de Zurich traduit aussi une crise identitaire de la Suisse. Mais plus encore, elle prive des centaines d’étudiants de s’ouvrir à l’Europe. N’est-ce pas par la pratique des deux langues nationales les plus parlées au sein de l’Union européenne que les Suisses font preuve d’un esprit d’ouverture?»

–, professeur en , 29.08.2016

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«Nur wer exakt weiss, wo sich der Fahrer in unmittelbarer Nähe aufhält oder dessen Telefonnummer bereits kennt, muss ihn vorgängig kontaktieren und dazu anhalten, sein Auto wegzuschaffen.»

Arnold Rusch, Professor am , zu Falschparkierern, , 28.8.2016

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«En Suisse, les standards de recherche sur les animaux sont très élevés et la surveillance très stricte. Une interdiction conduirait à l’exportation des expérimentations dans des pays avec des conditions plus précaires pour les animaux.»

– , professeur au , RTS, , 27.08.2016

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«Le pergélisol est constitué en Suisse de roches fines et de sédiments, qui sont maintenus ensemble par de la glace gelée. Or cette glace joue, en quelque sorte, le rôle de ciment en stabilisant les morceaux de roche. Avec le dégel, nous observons une augmentation des éboulements et des laves torrentielles qui, dans certains cas, menacent des villes et villages.»

– , professeur de , , 27.08.2016

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«Aujourd’hui, il nous semble incroyable que des femmes de 17 ans aient pu être internées dans les années 1960 encore, du simple fait de leur grossesse hors mariage.»

– , professeure au , , 26.08.2016

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«Wenn die Leute einen Fernseher haben, am Abend die Füsse auf den Tisch legen und ein Bier trinken, wenn sie also – einfach gesagt – verbürgerlichen, dann ist es mit der Verbrüderung gegen den Staat gelaufen.»

Marcel Niggli, Professor für , zum Identitätsproblem der Linken, , 25.8.2016

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«La tradition française, héritée d’Erasme, qui parle des jeux comme d’‹appâts séduisants›, voit dans le jeu une manipulation. On ne voit que la partie superficielle: c’est un jeu, donc ça va motiver les élèves.»

– , professeur au , , 25.08.2016

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«Le marché suisse du jeu vidéo a besoin d’innovation donc c’est toujours génial quand des Romands lancent quelque chose de novateur.»

, , , 25.08.2016

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«La personne qui n’obtient pas la propriété de l’animal peut alors prétendre à une indemnité qui lui servira par exemple à acheter un autre compagnon à poils. [Par ailleurs], le juge a la possibilité de prévoir un droit de visite».

Christina Fountoulakis, professeure à la , à propos de la garde d’un animal domestique en cas de séparation, , 23.08.2016

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«Die Fläche des Sees war noch nie so gross. Jedoch verringert sich die Höhe des maximal erreichbaren Seespiegels jedes Jahr ein wenig, da der Gletscher durch die Schmelze langsam absinkt. Gleichzeitig wiederum vergrössert sich parallel dazu das potenzielle Volumen.»

Dr. , Glaziologe, zum Plaine-Morte-Gletscher, , 20.8.2016

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«La radicalisation ne se limite pas à des signes d’ostentation.»

–, , RTS, , 19.08.2016

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«La burqa et le niqab sont presque devenus un outil politique, un objet de transgression. Une manière de revendiquer visiblement et publiquement sa foi. Sortir avec un voile intégral en France va susciter des réactions, et cela aura tendance à renforcer chez ces femmes le sentiment que la France est islamophobe.»

– , , 20.08.2016

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«Ce serait tellement facile de faire bénéficier les petits enfants déjà de l’apport de la langue partenaire.»

– , Maîtresse d’enseignement et de recherche au (CERF), RTS la Première, 19.08.2016

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«C’est une catastrophe! Nous formons des générations qui ne seront pas prêtes à faire face aux nouveaux défis de la société, et qui ne connaissent rien aux processus qui vont gouverner nos vies.»

– , professeur au , à propos de l’analphabétisation numérique des jeunes romands, , 18.08.2016

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«La politique monétaire est impuissante désormais. On le voit dans la zone euro.»

– , professeur à la , RTS La Première, , 13.08.2016

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«La crédibilité d’un pays est mise à mal quand il annonce que certains accords ne seront plus appliqués.»

– , professeure de , au sujet de l’initiative UDC «Le droit suisse au lieu de juges étrangers», , 11.08.2016

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«Beim Schreiben von Wörtern mit orthografischen Besonderheiten wie Dehnungen, Verdoppelungen oder <z> schnitten die Freiburger Kinder bereits ab der 2. Klasse signifikant schwächer ab als die deutschen.»

– , Professor am , zur Orthografie von Schweizer Schülern, , 10.8.2016

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«Zahlreiche Organismen haben Strukturen entwickelt, die Licht durch Interferenz reflektieren.»

– , Senior Scientist am , zum Schönheitsgeheimnis der Pfauenspinne, , 10.8.2016

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«Un dicton populaire japonais dit qu’on ne peut pas mentir avec les yeux, mais qu’on peut mentir avec la bouche.»

– , professeur au , RTS LA Première, , 09.08.2016

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«La chimie est partout autour de nous.»

– , professeure au , RTS La Première, , 05.08.2016

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«Un carré perpétue les distinctions, même dans la mort.»

– , professeur en , à propos des carrés musulmans dans les cimetières, , 05.08.2016

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«Il faudra trouver un nouveau contrat social.»

– , professeur à la , à propos de la robotisation des emplois, RTS, , 02.08.2016

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«Cet intérêt académique est dû au fait que l’utilisation de robots se fait de plus en plus sentir dans notre vie quotidienne. Quant à l’attribution d’un statut de ‹personne électronique›, elle est surtout discutée en relation avec des questions de responsabilité civile ou pénale, lorsque l’utilisation d’un robot cause des dommages corporels ou matériels.»

Christina Fountoulakis, professeure à la , à propos de l’identité des machines, , 31.07.2016

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